In che modo l’alimentazione influisce sul microbiota intestinale?

Che cos’hanno in comune allergie, malattie autoimmuni, obesità, diabete mellito di tipo 2 e alcuni disturbi psichici? La risposta arriva da Silke Raffeiner, nutrizionista presso il Centro Tutela Consumatori Utenti: “In tutte queste patologie risulta sempre più evidente l’importanza rivestita dal microbiota intestinale, nel linguaggio comune conosciuto come flora intestinale. Un’alimentazione bilanciata e rispettosa dell’intestino contribuisce a un microbiota intestinale diversificato e a sua volta bilanciato. Per contro, un’alimentazione e uno stile di vita sfavorevoli riducono la varietà delle specie batteriche e il numero di batteri benefici per la salute, mentre i batteri patogeni aumentano”.

Le condizioni della mucosa intestinale e del microbiota intestinale influiscono sul sistema immunitario in diversi modi. In primo luogo, va detto che la mucosa intestinale ospita fino al 70% di tutte le cellule immunitarie umane. In secondo luogo, essa svolge una funzione di barriera: se la mucosa intestinale è debilitata, una maggiore quantità di sostanze nocive e componenti alimentari non digeriti passa dall’intestino al sangue. In terzo luogo, i prodotti metabolici dei microrganismi benefici per la salute prevengono le infezioni e le infiammazioni.

Una dieta ricca di alimenti di origine vegetale, e letteralmente colorata, favorisce notevolmente la diversificazione della flora intestinale, perché le fibre e le sostanze vegetali secondarie nutrono i microrganismi dell’intestino benefici per la salute. Idealmente, nel corso di una settimana si dovrebbero consumare 30 tipi diversi di alimenti vegetali, in modo da garantire varietà e diversificazione alla flora intestinale.
È importante anche un elevato apporto di fibre, che si possono assumere consumando cereali integrali, legumi (come fagioli o lenticchie), frutta a guscio e semi.
Non da ultimo, si consiglia di mangiare ogni giorno piccole quantità di verdure crude fermentate; favoriscono la salute dell’intestino anche i latticini fermentati, come ad esempio lo yogurt.

Se l’assunzione di una maggiore quantità di alimenti di origine vegetale, fibre e verdure fermentate, combinata con uno stile di vita dinamico caratterizzato da regolare esercizio fisico ed equilibrio mentale, fa bene all’intestino, altri fattori esercitano invece un effetto negativo sul microbiota intestinale.
Rientrano in questa categoria gli alimenti di produzione industriale altamente trasformati come i dolciumi, gli snack salati o con elevato contenuto di grassi, le bibite e i prodotti lavorati che presentano una lista lunghissima di ingredienti. Anche i prodotti trasformati a base di carne rossa (ad esempio prosciutto, salumi) agiscono in modo negativo sul microbiota intestinale e dovrebbero essere consumati preferibilmente solo in piccole quantità. Impattano negativamente sulla flora intestinale pure la scarsità di movimento e lo stress.

La risposta positiva di un microbiota intestinale sano nei confronti dell’organismo umano “ospitante” si manifesta in vario modo: la mucosa intestinale svolge un’efficace funzione di barriera, i batteri patogeni vengono allontanati, i microrganismi producono metaboliti sani, le difese immunitarie risultano rafforzate, il cibo viene assimilato meglio, i valori di colesterolo e insulina nel sangue migliorano e si previene lo sviluppo di obesità e infiammazioni.

La tipica dieta occidentale, ricca di acidi grassi saturi, zucchero e sale, ma povera di fibre e metaboliti secondari vegetali, si traduce in un cosiddetto “microbiota intestinale occidentale”, caratterizzato da poca diversificazione e una quantità più bassa di batteri benefici per la salute. Tutto ciò può portare a obesità e infiammazioni croniche. La dieta mediterranea tradizionale, invece, fa bene all’intestino perché favorisce un microbiota intestinale diversificato.

 

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