La canapa: pianta antica in veste nuova

La canapa (Cannabis sativa) è una delle piante utili più antiche dell’umanità. Per migliaia di anni le fibre del suo stelo sono state e vengono tuttora utilizzate per produrre corde, vele, indumenti e carta, da tempi più recenti anche materiali isolanti. I semi trovano impiego come cibo e mangime, mentre gli oli essenziali da essi estratti vengono adoperati a scopi cosmetici e medicinali. I fiori e le infiorescenze costituiscono la materia prima per la produzione di droghe (illegali), nello specifico hashish e marijuana. Responsabili dell’effetto psicoattivo di queste droghe sono determinati componenti della canapa: i cannabinoidi, di cui il più noto è il THC (tetraidrocannabinolo). A causa del contenuto di THC e dietro iniziativa dell’industria cotoniera e farmaceutica, nel XX secolo la coltivazione della canapa è stata vietata in molti Paesi. Nell’UE, a determinate condizioni è nuovamente consentito coltivare alcune varietà a basso contenuto di THC (inferiore allo 0,2%) in qualità di canapa commerciale o canapa tessile, e alimenti costituiti da canapa sono addirittura considerati un “superfood”.

“Effettivamente i semi di canapa sono un’ottima fonte di acidi grassi polinsaturi, tra cui l’acido linoleico e l’acido alfa-linolenico, entrambi essenziali per l’uomo”, afferma Silke Raffeiner, nutrizionista presso il Centro Tutela Consumatori Utenti. Di conseguenza anche l’olio di canapa è prezioso, inoltre dai semi di questa pianta si può ottenere anche la farina di canapa. I semi sono altresì ricchi di proteine vegetali, magnesio, ferro e zinco, vitamine del gruppo B, vitamina E e fibre. Anche molti nuovi prodotti annoverano la canapa tra i loro ingredienti, tra cui barrette di frutta o cereali, porridge per la prima colazione, muesli, bevande ai cereali e creme da spalmare sul pane.

I semi delle varietà di canapa la cui coltivazione è stata approvata dall’UE sono per natura privi di THC. Tuttavia, durante la raccolta e la lavorazione della pianta è possibile che essi vengano contaminati dal contatto con steli, foglie e fiori contenenti THC. Effettivamente, secondo quanto dichiarato nel 2018 dall’Istituto Federale Tedesco per la Valutazione del Rischio, i livelli di THC negli alimenti contenenti canapa (prodotti simili al tè, semi di canapa, olio di canapa, integratori alimentari) sono a volte così elevati che possono causare disturbi alla salute come affaticamento e omento che nell’UE il CDB non è ancora stato approvato come nuovo alimento.

In Italia i semi di canapa, la farina e l’olio da essi ricavati possono essere prodotti e venduti come alimenti se provengono da varietà di canapa approvate e non superano i livelli massimi definiti di TCH. Le altre parti della pianta non possono essere utilizzate. Gli estratti di canapa contenenti CBD non possono essere né prodotti né venduti per il consumo umano. Tra l’altro, dal 1° gennaio 2023 si applicano limiti uniformi a livello europeo per quanto riguarda il contenuto di THC nei prodotti alimentari contenenti canapa, ossia un massimo di 7,5 mg/kg per l’olio di semi di canapa e di 3,0 mg/kg per i semi di canapa e la farina di canapa.ridotta capacità reattiva.

Nei negozi online e attraverso altri canali di vendita si possono acquistare alimenti e integratori alimentari arricchiti di CBD (cannabidiolo). Per ottenere quest’ultimo si utilizzano generalmente estratti dell’intera pianta di canapa, comprese le foglie, gli steli e i fiori. Le organizzazioni per la tutela dei consumatori mettono in guardia dall’acquisto e dal consumo di alimenti arricchiti di CBD. Da una parte, infatti, il CBD esercita un effetto lenitivo e può causare stanchezza, stordimento e persino insonnia e irrequietezza interiore, dall’altra questi prodotti possono anche contenere alti livelli di THC. Peraltro, i prodotti contenenti CBD non possono nemmeno essere venduti come alimenti, dal momento che nell’UE il CDB non è ancora stato approvato come nuovo alimento.

In Italia i semi di canapa, la farina e l’olio da essi ricavati possono essere prodotti e venduti come alimenti se provengono da varietà di canapa approvate e non superano i livelli massimi definiti di TCH. Le altre parti della pianta non possono essere utilizzate. Gli estratti di canapa contenenti CBD non possono essere né prodotti né venduti per il consumo umano. Tra l’altro, dal 1° gennaio 2023 si applicano limiti uniformi a livello europeo per quanto riguarda il contenuto di THC nei prodotti alimentari contenenti canapa, ossia un massimo di 7,5 mg/kg per l’olio di semi di canapa e di 3,0 mg/kg per i semi di canapa e la farina di canapa.

 

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