Innalzare al più presto i valori soglia per la telefonia mobile?

Benché innumerevoli scienziati siano da tempo impegnati nel chiedere alla politica un ridimensionamento dei valori soglia per l’esposizione alle radiazioni della telefonia mobile, quanto mai necessario per tener conto dei risultati sempre più allarmanti che scaturiscono dagli studi, l’industria batte i tamburi della propaganda e approfitta soprattutto delle occasioni politiche di maggior rilievo per chiedere un innalzamento di tali valori. Un esempio ce lo fornisce l’attualità, con il pacchetto di misure appena varate a sostegno del cosiddetto Recovery Plan.

È in corso un grande dibattito per l’adozione di ingenti misure di sostegno appena varate per il Recovery Plan, che vedrà finanziate dall’Unione Europea molte iniziative di ampio respiro proposte dal nostro Paese. Chi come noi ha a cuore la tutela dei consumatori sa fin troppo bene che le occasioni di questo tipo sono le più appetitose per le diverse lobby economiche, sempre pronte a intervenire per la salvaguardia dei propri obiettivi. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede tra l’altro molte iniziative a favore della digitalizzazione e nomina esplicitamente lo sviluppo delle reti 5G. La letteratura scientifica conosce da tempo le ripercussioni delle onde elettromagnetiche di origine artificiale sul vivente e sull’intero equilibrio ambientale. I ricercatori che possono qualificarsi come indipendenti hanno già individuato molto più che semplici indizi, anzi in molti casi le prove certe del danno inferto dai CEM anche di potenza molto inferiore ai limiti di Legge vigenti in Italia. Questi elementi di prova hanno anche contribuito ad arricchire la giurisprudenza, tanto che disponiamo di parecchie sentenze (diverse in Appello ed una in Cassazione). Da non molto inoltre sono stati condannati dal TAR del Lazio tre Ministeri del nostro Paese per aver lasciato passare troppo tempo senza curare alcuna informazione circa la pericolosità della telefonia mobile.

Le risultanze scientifiche sono ormai così numerose da necessitare di opportune sintesi per poter essere adeguatamente divulgate. Un impegno in tal senso ha visto protagonista nel 2020 il Governo federale della Svizzera, che ha dato incarico ai ricercatori  D. Schuermann e M. Mevissen dell’Università di Berna di riunire e classificare i risultati scaturiti da 223 ricerche scientifiche. I risultati di questa Review, dal titolo “Manmade Electromagnetic Fields and Oxidative Stress - Biological Effects and Consequences for Health“ sono stati pubblicati in data 6.4.2021 nella Rivista scientifica "International Journal of Molecular Science" e offrono un quadro parecchio esaustivo dei meccanismi che provocano i danni alle cellule in seguito a sollecitazione elettromagnetica. Rappresentano le prove in termini di causa-effetto e per questo sono destinati a sfatare gli argomenti addotti dalla Commissione privata ICNIRP e da molti rappresentanti dell’industria che si basano sull’esclusiva considerazione di effetti termici quali fattori scatenanti il danno alle cellule. Il Servizio di informazione scientifica del Parlamento Europeo (EPRS) aveva provveduto già nel 2020 a mettere in guardia i parlamentari dai pericoli legati al 5G, “tecnologia per nulla testata e dalle molteplici ripercussioni da studiare preventivamente”.

Ai fini del rispetto del principio precauzionale valevole in Europa, risulterebbe importante muoversi in queste direzioni:

    • Rifiutare decisamente qualsiasi variazione in aumento dei limiti di protezione radioelettrica, oggi come nelle prossime occasioni che si presenteranno nel corso della legislatura;
    • Affermare con vigore il principio di precauzione e ancor più l’impegno per riparare i danni ormai accertati, soprattutto per offrire ristoro ai soggetti elettrosensibili (che su stima dell’OMS rappresentano circa il 2-3% della popolazione);
    • Sottoporre a profonde riforme l’intero ambito delle comunicazioni di telefonia mobile, accettando solo la comunicazione outdoor realizzata con potenze molto inferiori alle attuali;  
    • Fermare immediatamente la dotazione di reti wi-fi nelle strutture pubbliche (scuole, ospedali, case di riposo), provvedendo a smantellare presto tali reti se già installate;
    • Prevedere il cablaggio e alternative al wi-fi come la VLC (Visible Light Communication).


 

Comunicato formulato in collaborazione con la Rete Onde Civiche dell’Alto Adige.
 


Per ricevere consulenza in merito all’elettrosmog, prego rivolgersi all‘indirizzo infoconsum@centroconsumatori.it

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